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mercoledì 29 dicembre 2010

BRASATO



Finalmente l'ho fatto.
Come prima volta devo dire di essere stata veramente brava :)  Chi non ha vantatori vanti sé stesso!
Era proprio il piatto che doveva essere cucinato per il passato Natale. Pensavo fosse di estrema difficoltà, e proprio per questo lo avevo messo tra i propositi da compiere durante il 2010, mi son resa conto essere più semplice di quel che pensavo, solo molto lungo nella preparazione.
Attendevo che Nicola, il famoso amico cuoco, mi indicasse le giuste dritte. Ma gli orari divergenti hanno fatto si che non ci si beccasse telefonicamente. Così ho provveduto a far ricerche su internet ed a consultare mio padre, un vero esperto di brasato. Alla fine ho scelto qua e là seguendo soprattutto, per la cottura e le sue tempistiche, il ricettario dell'AMC, la pentola con cui l'ho cotto.

E' stato il mio piatto goduto insieme al mio vicino Michele ed alla mia Gilda il giorno di Natale. E' stato ben gustato da me ma anche dal mio commensale, che a causa della suo rifiuto della polenta mi ha costretta all'abbinamento con il puré :(    Mannaggia la polenta è la polenta...... 




BRASATO
1 kg di carne bovina (per me cappello del prete)
1 bottiglia di vino rosso corposo (il migliore è il Barolo, io ho utilizzato il Nebbiolo delle Langhe, una specifica cantina consigliatami da un amico che sta seguendo un corso di enologia)
1 cipolla
1 carota
1 gamba di sedano
2 foglie di alloro
1 rametto di rosmarino
3/4 chiodi di garofano
3/4 grani di pepe
farina q.b.
burro q.b.

La preparazione del brasato viene attuata in ben 3 giorni.
Primo giorno:
Ho preso una bacinella ampia. Ho tagliato a pezzettoni la carota, la cipolla ed il sedano, messo il tutto nella bacinella, unito la carne, il rosmarino, l'alloro, i chiodi di garofano ed il pepe. Ho irrorato il tutto con il vino, la carne dev'essere completamente coperta dal vino.
In seguito ho lasciato macerare per almeno 24 ore, facemdo attenzione a rigirare la carne 3 o 4 volte sottosopra in modo che si impregnasse completamente di vino.
Secondo giorno:
Il giorno seguente, ho tolto la carne dalla bacinella, l'ho fatta sgocciolare bene e con la carta assorbente l'ho asciugata bene.
In una pentola ho messo del burro (si può utilizzare anche del lardo al posto del burro) l'ho fatto sciogliere e vi ho messo la carne facendola ben rosolare su tutti i lati. Dopo questa operazione ho riversato sopra la carne tutta la marinatura (non l'ho dovuta scaldare perché era a temperatura ambiente).
A questo punto parte la variazione della mia cottura rispetto alla cottura tradizionale che richiede una cottura a fiamma bassa e prolungata per qualche ora. Avendo io utilizzato le pentole dell'AMC e soprattutto il "secoquick" (che fa le veci di una pentola a pressione) ho cotto per 40 minuti la carne.
Dopo la cottura ho lasciato raffreddare la carne nella marinatura.
Terzo giorno:
Essendo raffreddata completamente la carne ho provveduto a tagliarla a fatte. Lo spessore era di circa 1,5 cm.  Ho rimesso la carne nella marinatura e l'ho scaldata. Ottenuto un certo calore ho ritolto la carne, riponendola in un luogo caldo e nel frattempo  ho frullato con un minipinner tutta la marinatura, dopo aver tolto da essa gli odori (alloro, rosmarino, pepe, chiodi di garofano). Ho alzato la fiamma e spolverizzato con qualche cucchiaio di farina aggiunto piano piano per far addensare la crema. Ottenuta una certa consistenza ho rimesso nella crema le fette di carne ed abbassato la fiamma.
Ecco pronto il brasato da servire al mio commensale ed alla mia Gilda (che ha gradito piacevolmente).


CANTUCCI



Dovevo andare dai miei genitori ma non sapevo cosa portargli come dono Di recente avevo fatte dei biscottini e ne avevo portato qualcuno a mio padre che se lo era mangiato con così gusto che durante una successiva mia visita me ne aveva chiesti altri.
So che i suoi biscotti preferiti sono i cantucci. Così mi son buttata nell'impresa della preparazione dei cantucci. :)
Ne ho fatto una quantità direi industriale e tutti sono stati donati a lui.
Che dire, sembrerebbe stato aaaasssssolutamente gradito il mio regalo :)

Vi lascio la ricetta che ho trovato e copiato pari pari qui, l'unica cosa che ho modificato è stato il tipo di zucchero, per me di canna grezzo.


 

CANTUCCI
450 gr di farina 00
350 gr di zucchero (per me di canna grezzo)
250 gr di mandole con la pellicina
50 gr di burro fuso tiepido
3 uova intere
3 tuorli
mezza busta di lievito per dolci
1 arancia bio (solo la scorza grattuggiata)
sale (1 pizzico)

Avendo seguito la ricetta di Paoletta vi rimando alle sue istruzioni ben dettagliate. Qui

martedì 21 dicembre 2010

MARMELLATA DI ARANCE


 


MARMELLATA DI ARANCE
1 kg di arance (assolutamente bio)
1 limone
300 gr di zucchero di canna grezzo.

Ho Tagliato le arance a metà e le ho spremute un pò nella pentola in modo da non disperderne il succo, ho affettato tutto il rimanente molto sottilmente. Ho spremuto il limone ed unito al composto tutto lo zucchero. Io ho utilizzato la funzione "marmellate" della macchina del pane ed ho fatto cuocere per circa 1 ora, poi  ho grossolanamente frullato un pò di composta con il minipimer ed ho fatto cuocere altri 30 minuti.
Nel frattempo ho sterilizzato i vasetti di vetro ed i coperchi. Ho riempito i vasetti con la composta bollente, li ho rimessi nell'acqua a testa in giù e ri-sterilizzati, infine tenendoli capovolti li ho posizionati in un luogo asciutto coperti con un panno fino al raffreddamento completo.



Un gattino è passato a far visita a Gilda ieri...   :)



lunedì 13 dicembre 2010

BISCOTTI AL CAFFE' CON FARINA DI FARRO e l'importanza del SORRISO


L'importanza del Sorriso.
Da qualche tempo son tornata sulla pista di ballo. Adoro pazzescamente ballare...
Sto prendendo lezioni di balli caraibici da vari anni ma sempre ad intermittenza quindi il mio livello è intermedio. Non son niente di speciale, bravina come tante altre (tranne nel doppio giro, li ci sarà da lavorare assai assai!!! però in compenso sculetto mica male). Da circa due mesi il venerdì sera, con alcuni ragazzi della scuola, vado in un locale della zona a ballare. La particolarità dei balli latini è che uomini e donne stanno intorno alla pista da ballo e non appena una canzone inizia gli uomini si muovono ed invitano le signore a ballare. Ogni ballo viene fatto con persone diverse; è un bel modo di conoscere sempre gente nuova, imparare differenti passi-stili-movimenti, sentire puzze diverse (e questo a volte non è bello!!! ma altre ha un effetto fascinoso), sorridere a ogniuno...

Proprio sul sorridere che "torno", o "vado" per portare il mio discorso.
Sapere quanta gente non sorride??? A quanto pare una marea!! Me ne rendo ancor più conto ogni volta dopo una serata danzante.
Come faccio? Non appena si finisce un ballo 3 volte su 4 il mio ballerino contento mi dice che ballare con me è bello, non tanto per la bravura (la mia speranza è prima o poi mi dicano che è per quello, ma a quanto pare dovrò attendere e sudare ancora) ma perché Sorrido sempre.
E' pazzesco quasi tutti, al primo o al secondo ballo, mi dicono questa cosa. E vi assicuro che ballo con tanta gente!!!
Nelle utime sere mi sono messa a guardare in pista ed ho avuto conferma, soprattutte le donne, in modo più marcato quelle brave brave, mantengono una certa rigidità sul volto (ovviamente un pò dipende dalla concentrazione totale).
La cosa mi fa meditare. Per me è normale sorridere agli altri, e questo nonostante la difficoltà del periodo che sto vivendo, ma se tutta sta gente nota che io lo faccio vuol dire che poi tante persone che fanno altrettanto in giro non ci sono!

Quindi, a conclusione di questo vi dico: Sorridete, Sorridete, Sorridete, Sorridete!!!
Sorridete a vostro marito la mattina, il pomeriggio, la sera. Come potrebbe non amarvi così sorridenti?!!!
Che avete a fare i figli se non gli sorridete??? Sorridetegli ogni volta che vi guardano! Come faranno ad affezionarsi alla  vita se voi mamme avete il musone?!
Sorridete ai parenti, simpatici o antipatici che siano. Se sono antipatici sarà per voi motivo di vittoria, se son simpatici ricambieranno riempiendovi il cuore.
Sorridete per la strada perché non vi è nulla di più carino che uno sconosciuto che cambia espressione grazie a voi.
Sorridete al lavoro, perché tanto li ci dovete stare, meglio starci con il sorriso.
Sorridete perché fa bene, è terapeutico.
Sorridete a prescindere perché sarete più belle e belli.
Sorridete perché gli occhi con il sorriso brillano e brilla anche il cuore....

un Sorriso a tutti quindi e che sia contagioso peggio dell'avaricella...
certe malattie non facciamocele scappare ;)





Passando alla mia ricetta ecco qui i biscottini profumati di caffè. Questa volta con la variante della farina di farro. Ho utilizzato come sempre lo zucchero di canna ma insolitamente non si è completamente sciolto, sono rimasti dei piccolissimi cristalli sparsi nel biscottino dandogli un bell'aspetto luccicante (sorry ma dalla foto l'effetto si intravede a malapena, non sono poi così brava con il mezzo), e che risultavano piacevoli sotto i denti.





BISCOTTI AL CAFFE' CON FARINA DI FARRO
150 gr di farina di farro
150 gr di farina 00
150 gr di zucchero di canna
80 gr di burro ammorbidito
1 cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiaini di caffè d'orzo solubile
1 tazzina di caffè ristretto
latte di soia q.b.

Setacciate le farine con il lievito e il caffè solubile. Amalgamate bene lo zucchero con il burro ed unite le farine. Mescolatevi insieme il caffè ed aggiungete latte di soia quanto basta.
Stendete l'impasto con il mattarello e tagliate i biscottini con le formine che volete. Infornate in forno già caldo a 180° per circa 15 minuti.

martedì 7 dicembre 2010

POLPETTE DI CAROTE CON CUORE DI FORMAGGIO


Ogni tanto la sera mi piace chiudermi in casa isolandomi da tutto il mondo. E' in quelle sere che mi preparo tutti gli intrugli magici per la mia bellezza. L'impacco per i capelli con l'avocado è un abitue, la maschera per il viso alla banana e yogurt si alterna a all'albume montato o a quello che il frigo offre nella serata prescelta, la crema idratante per le mani e le unghie viene dopo una ben fatta manicure....
La musica si diffonde nelle stanze lasciando fuori dalle mura domestiche i vari penrieri.

L'altra sera tutto era pronto. La musica, un energico jazz natalizio, le pappettine per capelli, per il viso, per il decolté, gli accessori per la manucire, la stanza del bagno ben scaldata...
ma
il telefonino suona. L'avevo incautamente dimenticato acceso :(
Era il proprietario dell'appartamento che è in ristrutturazione sotto il mio, quindi era il mio vicino... non vicino. "Ciao, sono qui, posso salire un attimo?"  E che fare, dirgli di no?!?! Non mi sembrava educato, e poi solitamente viene quando ha proprio bisogno e per di più fa in fretta a dire quello che necessita e poi scappa via.
I capelli già impomatati dalla maschera appiccicosa sono stati nascosti da un turbante di cotone, il viso lindo lindo che attendeva la sua cremina energizzante è stato tonificato con dell'acqua di rose in attesa di proseguire l'operazione di ristrutturazione-relax non appena sarei rimasta nuovamente sola.
Mi rimetto la tuta velocissimamente ed apro la porta.

Stefano, il vicino non vicino, si accomoda sulla sedia dopo qualche struscicatina a Gilda. Insolito, solitamente sta in piedi e scappa via immediatamente.
"Stefano, desideri un caffè" - "Si, grazie".... dopo il caffè e le prime due parole niente cambia, anzi Stafano inizia a farmi domande su come si lievita e cuoce il pane. Mooltooo stranooo... Così prendo un pezzo di pane appena fatto con la MDP e glielo faccio provare. Noto un particolare appetito.
"Stefano, ma hai mangiato?" - "Non ancora"... quindi io inizio "Vuoi che ti facci la pasta? vuoi le uova? vuoi...." Niente, Stefano non ha voluto altro che il pane.
Tra una parole a l'altra Stefano nota che in cucina facevano capolino dei carciofi. "Se dovevi cucinare, fa pure, io se posso ti aiuto!" - "Ah no, non preoccuparti.  Ma se ti faccio i carciofi?" - "No, no grazie. Non ho fame, veramente!"
Nonostante la mia acconciatura alquanto ridicola ed il mio viso arrossato dallo scrub appena fatto Stefano non ha dubbi in merito alla mia idea di serata rilassante. E sta li seduto, e parla, e guarda i carciofi. Così io penso, inizio a prepararli e se si cuociono glieli do subito da mangiare.
Mi metto a lavarli, mondarli, farcirli e li metto sul fuoco in una pentola stretta per far si che non si schiudano troppo durante la cottura. Nel frattempo lui nota delle fette biscottate tutte frantumate (causa una brutta caduta del pacchetto che le conteneva) ed inizia a polverizzarle come pane grattuggiato.
Stefano accompagna i lavori con storielle ed aneddoti famigliari raccontati in modo talmente buffo da farmi continuamente ridere e sorprendere di tanta simpatia e solarità che questo giovane sardo aveva fino a quel momento nascosto.
Si parlava un pò di tutto e soprattutto della cucina e delle alternative vegetariane. Ad un certo punto mi chiede "dai che facciamo le polpette di carote?!"
Io guardo l'ora, 22.00!!!!, penso ai miei capelli ormai rinsecchiti dopo 1 ora e mezza di maschera di avocado e olio di semi di lino, penso al mio volto ed allo stato in cui poteva ormai essere la cremina che era in bagno ad attenderlo, alle mie unghie e dico "Stefano apri il frigo e sentiti libero di far ciò che vuoi".
Come non detto. Ci siamo ritrovati a pulire una vaschetta di carote (veramente le ha pulite lui), a farle bollire, a condirle ciò che si trovava in casa e...
Nel frattempo che le carote bollivano l'acqua nel lavello non sgorgava liberamente. Ecco che Stefano si è messo pure a far l'idraulico smontandomi mezza cucina e pulendomi tutti i tubi.  :) Sempre detto io che un vicino uomo mi serviva!!!!
Un stranissima serata, assai divertente ed appagante, che mi ha fatto sì andare a letto all'1 e mezza di notte (visto che ormai i capelli erano da lavare, e così risecchiti è stato difficile farlo), ma che mi ha regalato un nuovo amico, una pentola di carciofi pronti (visto che lui alla fine non li ha voluti mangiare) ed una marea di gustosissime polpettine vegetariane  :)
Meglio di così!!!!



POLPETTE DI CAROTE CON CUORE DI FORMAGGIO (le quantità sono tutte ad occhio)
carote
uova
formaggio filante (ottima anche la mozzarella che io però non avevo)
formaggio grana
pane grattuggiato
prezzemolo
curcuma
sale
pepe
prezzemolo
ghee per soffriggere
mele e formaggio (io li ho serviti come contorno sul piatto, l'abbinamento mi è assai piaciuto)

Lavare e mondare le carote, farle bollire (io le avrei cotte a vapore per non fargli perdere le proprietà). Schiacciarle e mischiarle al prezzemolo tritato grossolanamente, al sale, pepe, pangrattato, formaggio grana, uovo, curcuma. Tagliare a pettetti il formaggio, meglio se è mozzarella in modo che fila una volta cotta. Formare delle palline con le mani e mettere nel centro un pezzo di formaggio. Impanare nel pangrattato ogni pallina.
Scaldare in una padella del ghee (io ho preferito fare dorare le polpettine ma non friggerle) e metterci all'interno le polpette facendole ruotare in tutta la pentola in modo da farle sporcare di ghee su tutta la superficie. Cuocere qualche minuto e servire. Sono ottime sia calde che fredde. Io le ho accompagnate a del formaggio e ad una mela tagliata a spicchi, direi ottimo abbinamento.

venerdì 3 dicembre 2010

BISCOTTI VEGAN ALL'UVETTA PASSA E PORTO




Mi è ripresa la voglia di biscotti. Quest'estate l'avevo un pò abbandonata, sarà stato il caldo, le paturnie mentali, l'insoddisfazione generale... importante è che tutto ciò che mi bloccava a quanto pare se ne sta andando, la mia voglia di sfornare biscottini e di sentire il profumo in casa di prodotti da forno ora è tornata.
Una cosa che mi piace un sacco è preparare biscotti per poi regalarli. Ovvio, non regalo tutta la teglia... buona parte resta nelle mura di casa per soddisfare il mio dolce palato. Lo ammetto, adoro pazzescamente i biscottini, soprattutto se semplici e non stucchevolmente dolci.
A volte un impasto lo divido in più parti in modo da arricchire ogni porzione con un diverso condimento e  creare così vari tipi di biscotti. Nel momento in cui li regalo inserisco nel sacchettino i vari gusti e chiedo a chi li riceve di farmi una lista che va dal più apprezzato a quello meno. Questo mi permette di capire la persona che ho di fronte confrontanto i miei gusti con i suoi e sapendo come comportarmi per cene o regalini futuri.
Quelli che posto oggi sono biscotti vegan la cui base è già postata qui. Con l'uvetta passa ammollata nel Porto il sapore è completamente differente e di vero effetto. Io che non amo molto i liquori penso che Porto ed Amaretto siano due ottime invenzioni, soprattutto per insaporire i dolci.


BISCOTTI VEGAN ALL'UVETTA PASSA E PORTO
250 gr di farina 00
50 gr di olio evo
80 gr circa di latte di soia
70 gr di zucchero di canna grezzo
mezza bustina di lievito
uvetta passa (io ne ho messo una manciata)
liquore Porto

Mettete l'uvetta passa in una cocottina con del Porto e lasciatela per almeno mezz'ora ad ammollare.
Versate la farina, il lievito e lo zucchero in una bacinella, unitevi l'olio e mescolate bene con una frusta. Aggiungete l'uvetta ed un  pò del Porto in cui si ammollava e tanto del latte di soia quanto basta per avere un composto morbido ma compatto.
Stendete l'impasto con il mattarello spolverando prima un piano di lavoro con della farina. Con le formine create tanti biscottini. Io ogni tanto ne immergevo uno nella granella di cocco tanto per differenziarli. Infornate a metà altezza per circa 15 minuti a 180°.